Le Grandi Navi a Marghera sarebbero (almeno) 5 volte più rischiose e nocive di adesso
di Gianfranco Bettin – A quanto pare si va realizzando una forte convergenza per realizzare la nuova stazione marittima a Porto Marghera tra soggetti che hanno grossi interessi nella croceristica. Non si tratta solo dei “soliti noti”, interessati soprattutto al business costi (alla città e alla laguna) quel che costi. Anche altri, meno sospetti, pensano che sia una soluzione razionale, o meno peggiore di altre.
Occorre quindi – anche se in breve – mettere ancora una volta in rilievo i RISCHI ENORMI di questa soluzione.
In PRIMO luogo, questa soluzione conserva le grandi navi in laguna, si continua a scavare, ad ALTERARE L’ECOSISTEMA, a immettere masse d”acqua, a produrre moto ondoso, a DISSESTARE l’equilibrio idrodinamico già molto compromesso storicamente.
In SECONDO luogo, colloca importanti strutture destinate a essere molto frequentate e, quindi, le grandi navi, in un contesto di impianti pericolosi, di serbatoi, di depositi di infiammabili, di cantieri affollati: immaginiamoci un mix tra l’incidente a San Basilio dell’Opera MSC del 2 giugno 2019 e l’incendio chimico alla 3V Sigma del 15 maggio scorso…
In TERZO luogo, mentre non allontana le emissioni dalla città storica che di poche centinaia di metri, le avvicina di molto anche alla città di terraferma e le somma, in loco, a quelle della zona industriale.
QUARTO, la commistione tra traffico crocieristico e traffico commerciale e industriale, con la precedenza riconosciuta alle navi passeggeri, colpirebbe duramente l’affidabilità e la funzionalità dello scalo commerciale e industriale, una delle principali attività economiche e a più alto tasso di occupazione della città.
QUINTO, l’immissione nell’area vocata alle funzioni industriali, logistiche e terziarie (anche avanzate), nell’area che rappresenta il cuore delle alternative alla monocoltura turistica, proprio di una funzione turistica potente e invasiva darebbe un’ulteriore spinta proprio a quella monocoltura turistica già egemone in altre parti della città, compromettendo la tenuta e la possibilità di espansione e rigenerazione dell’industria stessa, come hanno rilevato anche i sindacati dee metalmeccanici e dei chimici. Un altro favore, formidabile, alla monocoltura turistica e alle sue lobbies.
Per tutto ciò, e per altro, Marghera NON È la soluzione alla questione delle grandi navi, che va cercata fuori dalla laguna ed è anzi una soluzione peggiore delle altre, alternative alla stazione storica (specie di quelle alle bocche di porto): in tutti i sensi, è la più foriera di rischi, ambientali ed economici, ed è del tutto in linea con ciò che sta da tempo stravolgendo l’ecosistema lagunare e l’economia cittadina. VA FERMATA.