Venezia Verde

ambiente e diritti
04
Ott

Dopo il test: il vero ABC della critica al MOSE

di Gianfranco Bettin – Il primo vero stress test del MOSE è riuscito.
Si poteva dare per ovvio che un investimento di risorse, una mobilitazione di competenze e uno strenuo impegno del potere politico come quelli visti finora, riuscissero, oggi o domani, a produrre il risultato: sollevare le paratoie e bloccare la marea. Bene. A chi addiziona la propria gioia di trionfalismo, va però ricordato qual è il vero ABC (e D) della critica al MOSE.
A) Aver scelto l’opera dalla gestazione più lunga e complicata, a fronte di alternative scartate grazie a corruzione e forzature politiche inaudite: Venezia avrebbe vissuto giornate come questa – “al riparo” – già da qualche lustro, e si sarebbero risparmiati miliardi e danni ingentissimi per le acque alte finora succedutesi.
B) Il vero strategico test riguarderà l’effettiva capacità del MOSE di misurarsi con i mutamenti climatici e, dunque, con il crescente livello del mare e il conseguente aumento della frequenza e della portata delle maree SENZA far morire la laguna, che vive dello scambio quotidiano con l’Adriatico: più si chiude e più la si colpisce. Venezia va salvata DALLE acque (alte), ma va salvata NELLE acque (lagunari), nel suo ecosistema.
C) Più chiusure significano anche più duri colpi all’attività portuale, uno dei principali antidoti alla monocultura turistica e, dunque, un fattore di vitalità socioeconomica che rischia la crisi.
D) Per il tipo di opera che è, la funzionalità del MOSE risulterà costosissima, e rischia di andare a scapito delle risorse necessarie a tutelare e ricostruire l’ecosistema finora manomesso e a rigenerare socio-economicamente la città, come è successo nei troppi anni in cui i fondi della Legge speciale sono tutti stati destinati all’opera.
I punti chiave sono il B e il C, che in realtà sono uno soltanto. Né il corale respiro di sollievo di stamattina, né tantomeno il trionfalismo, ci dicono niente di risolutivo.
Se il meccanismo reggerà anche oltre il test odierno, se il MOSE darà un po’ di tempo a tutela dalle maree maggiori – ma non da quelle medie, le più frequenti in città – sono questi i punti, davvero epocali, a partire dai quali avviare la revisione di un sistema che di fronte a essi resta spiazzato e inadeguato.
La questione è più che mai aperta, e occorre lavorarci, non guardando al passato: guardando al futuro.

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