Difendiamo l’oasi Wwf degli Alberoni!
I Verdi metropolitani di Venezia chiedono al Comune di Venezia ed in particolar modo all’Assessore all’Ambiente come intende muoversi in merito ad alcune questioni sollevate dal WWF Venezia e Territorio che venerdì 6 settembre ha presentato un dossier alla stampa sulla situazione di degrado riscontrata all’Oasi Dune degli Alberoni per assenza di sorveglianza ma anche per la mancanza di collaborazione in merito alla gestione naturalistica di quest’area protetta che era diventata uno dei sistemi di dune meglio conservati del litorale veneto e dell’Alto Adriatico, conosciuta anche al di fuori dei confini regionali, con habitat vegetazionali rari protetti dalla Direttiva 92/43/CE, con specie di flora endemiche e con numerose specie di fauna protette (124 specie di uccelli – senza contare gli avvistamenti occasionali durante le migrazioni attraverso la Laguna di Venezia – 10 di mammiferi, 8 di rettili, 4 di anfibi, e alcuni rari insetti endemici del litorale veneto a rischio di estinzione). Tutto questo è stato garantito soprattutto grazie alle attività svolte dal WWF in oltre 15 anni e grazie ad una proficua collaborazione con le Istituzioni che oggi manca, da quando il Comune di Venezia unilateralmente ha deciso di non rinnovare la convenzione con il WWF e da quanto ne sappiamo anche per la LIPU a Caroman, altra area naturalistica importante.
In questi ultimi 2 anni il WWF grazie all’impegno dei volontari è riuscito a garantire un programma di visite guidate, alcune attività di educazione ambientale, e il monitoraggio della specie più importante a rischio di estinzione, il fratino (Charadrius alexandrinus), che nidifica ancora tra mille difficoltà sul litorale degli Alberoni e su cui grazie anche al WWF è uscito anche un rapporto scientifico nel 2018 sul Bollettino del Museo di Storia Naturali di Venezia che fa il punto sullo stato di conservazione di questa specie, che è anche un importante indicatore per la FEE per assegnare la bandiera blu alle spiagge più sostenibili, come è al Lido di Venezia.
Ma nonostante questo per la mancanza di un presidio stabile si sono avute una serie di attività in contrasto con una gestione naturalistica di un’area protetta così importante, con il verificarsi di episodi allarmanti tra cui cumuli di rifiuti rilasciati dai bagnanti sulla spiaggia in più occasioni, la presenza di discariche abusive, il transito di fuoristrada sulle dune e in habitat protetti, anche in un’area prioritaria di nidificazione, e la movimentazione di sabbia sulle dune protette al di fuori delle regole e del buon senso.
Rimane un punto critico anche la circolazione libera di cani sulla spiaggia, che è uno dei fattori di maggiore disturbo per la fauna selvatica, nonostante quest’area sia Oasi di Protezione faunistica e su questo esista anche un ordinanza comunale da ormai parecchi anni che, da quanto viene testimoniato dal WWF non viene fatta rispettare adeguatamente.
Uno dei risultati negativi, abbastanza gravi è che nel corso del 2019 il fratino non ha portato a termine nessun tipo di nidificazione e sui 2,5 km di spiaggia si può paventare, se la situazione non dovesse cambiare, l’estinzione locale di questa specie simbolo, in un momento in cui tutte gli Istituti di Ricerca testimoniano la perdità di Biodiversità, di flora e fauna, “senza precedenti” in corso a tutti livelli anche nei nostri territori e a livello mondiale (Rapporto IPBES di maggio 2019).
Ricordiamo infine che a fine 2018 era stata sequestrata dai Carabinieri Forestali una pista da ciclocross senza nessuna autorizzazione paesaggistica all’interno dell’area protetta, che aveva distrutto un tratto di dune consolidate con habitat prioritari e con specie di flora e fauna rare.
Un fatto che dimostra ancora di più la necessità di una sorveglianza adeguata e di un presidio ambientale continuo che fino a 2 anni fa il WWF era riuscito a garantire sull’area.